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Berrettini punta alla vittoria a Parigi-Bercy con un allenatore fresco

La stagione di Matteo Berrettini non è ancora giunta al termine dopo la recente sconfitta contro il russo Khachanov all’ATP 500 di Vienna. Il tennista romano è pronto a mettere gli occhi sull’ultimo grande appuntamento dell’anno: il Masters 1000 di Parigi-Bercy. Questo evento rappresenta un’occasione fondamentale per Berrettini, soprattutto in vista del suo obiettivo di entrare agli Australian Open del 2025 come testa di serie. La stagione 2024 è stata cruciale per il rilancio di Berrettini, dopo una lunga serie di problemi fisici che lo avevano afflitto nelle stagioni precedenti. Nonostante le difficoltà, è riuscito a conquistare tre titoli ATP su quattro finali disputate, tra cui spiccano le vittorie a Marrakech, Gstaad e Kitzbühel, mentre ha dovuto cedere il trofeo a Stoccarda contro Draper.

Questi risultati sono stati abbastanza significativi per garantire a Berrettini la partecipazione al prestigioso torneo parigino, anche grazie a qualche forfait di altri giocatori. Tali successi, seppur segnati dall’incertezza sulle sue condizioni fisiche, hanno dimostrato che Berrettini è ancora uno dei migliori giocatori sul circuito, specialmente sull’erba. La sua performance a Wimbledon, dove è stato sconfitto da Sinner al secondo turno, è stata una delle partite più avvincenti della stagione. Ciò ha lasciato intuire che con una migliore condizione fisica, Berrettini potrebbe tornare a essere un serio contendente per il titolo.

Cambiamenti nel team di Berrettini

La stagione 2024 è stata anche caratterizzata da un importante cambiamento nel team di Berrettini. Il tennista ha annunciato la fine del rapporto professionale con Francisco Roig, un coach che lo ha accompagnato nell’ultimo anno e che ha contribuito alla sua crescita sia dentro che fuori dal campo. Attraverso un messaggio sui suoi profili social, Berrettini ha ringraziato Roig per il lavoro svolto, augurandogli il meglio per il futuro. Al momento, non è ancora noto chi prenderà il posto di Roig, ma Berrettini sembra deciso a trovare un nuovo coach che possa aiutarlo a migliorare ulteriormente il suo gioco e a raggiungere nuovi traguardi.

Prospettive future e obiettivi

La collaborazione con Alessandro Bega continua, ma l’introduzione di un nuovo allenatore potrebbe essere la chiave per affinare quegli aspetti del gioco di Berrettini che necessitano di miglioramento, come le performance sui campi in cemento. Nonostante Berrettini non abbia mai vinto un titolo ATP sul cemento, la finale di Napoli 2022 persa contro Musetti ha mostrato che ha il potenziale per compiere il salto di qualità necessario su questa superficie.

Le prospettive per il 2025 sono promettenti, a patto che Berrettini riesca a mantenere una buona salute fisica lungo tutto l’anno. La top 20 non è un traguardo irraggiungibile per un giocatore che è stato già numero 6 del mondo e che possiede ancora uno dei colpi più devastanti del circuito, il suo dritto. Ritrovare la solidità e la continuità nei risultati potrebbe riportarlo ai vertici del tennis mondiale.

L’importanza dell’Australian Open

Guardando al futuro, il primo grande obiettivo del 2025 sarà l’Australian Open, un torneo dove Berrettini ha già dimostrato di saper eccellere. Nel 2022, infatti, riuscì a raggiungere la semifinale, battuto solo da un grande Nadal, dopo aver eliminato il giovane talento Carlitos Alcaraz. Tale impresa lo consacrò come il primo italiano a raggiungere la semifinale agli Australian Open, aprendo la strada ad altri talenti del tennis italiano come Jannik Sinner.

A 28 anni, Matteo Berrettini ha ancora tutto il tempo e le capacità per scrivere un secondo capitolo della sua carriera che potrebbe essere ancora più entusiasmante e ricco di successi rispetto al passato. La determinazione e la passione che ha dimostrato finora saranno fondamentali per affrontare le sfide future e per tornare a competere ai più alti livelli del tennis internazionale.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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