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Berrettini eliminato ai quarti di Vienna da Kachanov

Dopo una prestazione entusiasmante negli ottavi di finale contro Frances Tiafoe, Matteo Berrettini è stato costretto a fermarsi ai quarti di finale dell’ATP di Vienna. Il tennista romano ha subito una sconfitta netta contro il russo Karen Khachanov, che ha dominato l’incontro con il punteggio di 6-1, 6-4 in meno di un’ora e venti minuti. Questa battuta d’arresto segna un passo indietro per Berrettini, che sperava di avanzare ulteriormente nel torneo austriaco.

difficoltà al servizio

Sin dall’inizio del match, Berrettini ha mostrato segni di difficoltà, soprattutto al servizio, un’arma che solitamente è una delle sue più forti. Nel primo set, la sua percentuale di punti vinti con la prima di servizio è stata troppo bassa per mettere in difficoltà Khachanov, che ha giocato una delle sue migliori partite della stagione. Il russo ha approfittato di queste incertezze, sfondando con un impressionante 90% di punti vinti con la prima e portandosi rapidamente in vantaggio sul 3-0.

momenti di tensione

La tensione era palpabile, e Berrettini faticava a trovare il ritmo giusto. Ci sono stati momenti in cui sembrava poter ribaltare le sorti dell’incontro, come quando ha salvato tre palle break consecutive con una serie di giocate spettacolari. Tuttavia, ogni tentativo di rimonta è stato vanificato dalla solidità del gioco di Khachanov, che ha sfruttato al meglio le sue occasioni, chiudendo il primo set con un secondo break che gli ha permesso di servire per il set sul 5-1.

segnali di ripresa

Nel secondo set, Berrettini ha mostrato segnali di ripresa. Ha iniziato a servire con maggiore efficacia, infilando anche alcuni ace pesanti e mantenendo l’equilibrio sul 2-2. Il suo gioco sembrava finalmente decollare, lasciando presagire una possibile rimonta come accaduto nel match precedente contro Tiafoe. Tuttavia, Khachanov ha continuato a mantenere un livello di gioco altissimo, dimostrando grande versatilità e abilità nel variare il suo stile di gioco, scendendo spesso a rete per chiudere gli scambi.

un’occasione mancata

L’equilibrio si è spezzato nuovamente sul 4-4, quando Berrettini ha perso il servizio lasciando Khachanov in posizione di servire per il match. Il russo non ha esitato a cogliere l’opportunità, chiudendo l’incontro senza mostrare segni di cedimento. Berrettini ha avuto due occasioni per ottenere il contro-break, ma il suo dritto non ha trovato il campo, permettendo a Khachanov di chiudere il match ai vantaggi.

lezioni da imparare

Il match contro Khachanov ha evidenziato alcune debolezze nel gioco di Berrettini, in particolar modo la gestione degli errori non forzati. Con 27 errori non forzati, più del doppio rispetto agli 11 di Khachanov, il tennista italiano ha dimostrato quanto possa essere difficile mantenere un alto livello di concentrazione e precisione contro avversari di tale calibro.

guardando al futuro

La sconfitta di Berrettini è stata un duro colpo, soprattutto alla luce della vittoria di Lorenzo Musetti contro Alexander Zverev nello stesso torneo. L’Italia sperava in un altro azzurro avanti nel torneo, ma Berrettini dovrà ora concentrarsi sui prossimi impegni per ritrovare la forma migliore. Ciò che resta è la consapevolezza che nel tennis, come in ogni sport, ogni partita è una lezione, e ogni sconfitta può diventare un trampolino di lancio per successi futuri.

Nonostante la delusione, l’abilità di Berrettini di competere ai massimi livelli non è in discussione. Ogni torneo è un’opportunità per crescere e migliorare, e l’ATP di Vienna è solo una tappa nel lungo percorso di una carriera promettente. Per i fan di Berrettini e del tennis italiano, l’attesa è ora rivolta ai prossimi tornei, con la speranza che il campione romano possa tornare a far sognare con le sue prestazioni sul campo.

Luca Baldini

Ciao a tutti, mi chiamo Luca Baldini e sono redattore sportivo di Wigglesport! Scommetto che non vi sareste mai aspettati di incontrare un tizio così appassionato di sport "minori". Ebbene sì, mentre tutti gli altri seguono i grandi nomi del calcio e del basket, io mi tuffo a capofitto nel mondo affascinante delle discipline meno conosciute! La mia curiosità per gli sport alternativi è nata quasi per caso. Cresciuto tra le Alpi piemontesi, tra una discesa sugli sci e una partita a curling con gli amici, ho sviluppato un amore viscerale per tutte quelle attività che non sempre fanno i titoli dei giornali. Dai Campionati Mondiali di Badminton ai Tornei Internazionali di Bocce, ho sempre avuto un debole per tutto ciò che è insolito e sorprendente. Dopo aver terminato gli studi in Comunicazione e Giornalismo a Torino, ho realizzato il mio sogno di diventare redattore sportivo, portando con me questa passione fuori dal comune. All'inizio la mia famiglia e i miei amici mi prendevano bonariamente in giro ("Luca, chi vuoi che legga di un torneo di cricket islandese?"), ma con il tempo hanno imparato ad apprezzare la bellezza degli sport minori e il mio modo di raccontarli. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo per seguire competizioni di ogni genere, descrivendo con passione le performance di atleti incredibili che gareggiano lontano dai riflettori della ribalta mediatica. La mia scrivania? Un arcobaleno di locandine di eventi da ogni angolo del globo! Se c'è una cosa che amo del mio lavoro, è la capacità di portare alla luce storie emozionanti e spesso trascurate. Raccontare le gesta di un arciere paralimpico o la preparazione di una squadra di rugby su sedia a rotelle mi riempie di orgoglio e mi spinge a essere sempre più curioso. Quando non sono impegnato a scrivere o a seguire competizioni improbabili, mi piace partecipare personalmente ad alcuni di questi sport. E sì, ho collezionato più magliette da gara di corse con i sacchi e di tornei di palla tamburello di quante ne possa contare! Quindi, se mai sentite parlare di uno sport di cui nessuno sa nulla, c'è una buona possibilità che io sia lì a raccontarlo. Perché, in fondo, ogni disciplina ha una sua magia speciale, e io sono qui per condividere quella magia con voi. A presto,

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