Lunedì scorso, Gianfranco Bedin ha vissuto una giornata che sicuramente rimarrà impressa nella sua memoria. Dopo un pranzo ricco di piatti tipici e vini pregiati, composto da carpaccio, fiori di zucca ripieni e una succulenta bistecca argentina accompagnata da un buon Malbec, si è diretto insieme ai suoi storici compagni di squadra, Aristide Guarneri, Ivano Bordon e Sandro Mazzola, alla sede dell’Inter. Quella sede rappresenta non solo un luogo di lavoro, ma il cuore pulsante di una delle squadre di calcio più iconiche del mondo. Questo incontro ha coinciso con il compleanno di Mazzola, che ha recentemente compiuto 82 anni, rendendo l’occasione ancora più speciale.
Il pranzo si è svolto in uno dei ristoranti di Javier Zanetti, il noto ex capitano nerazzurro, e ha visto la partecipazione anche del presidente Beppe Marotta. Dopo aver festeggiato con una torta, Marotta ha aperto le porte della sede di Viale della Liberazione, regalando ai suoi ospiti un poker di maglie, simbolo di un’epoca che ha segnato la storia del club. Bedin, che ha giocato nell’Inter dal 1964 al 1974, ha sottolineato come questo tipo di celebrazioni non solo onorino il passato, ma siano anche un segno di come la cultura interista continui a vivere e prosperare, nonostante i cambiamenti delle proprietà nel corso degli anni.
La giornata ha avuto un sapore nostalgico, con i protagonisti che ricordavano insieme le vittorie e le emozioni che hanno segnato le loro carriere. “Ci ha emozionato sapere che anche una proprietà americana, che guarda giustamente al mondo per esportare il proprio brand, voglia ancora essere così milanese”, ha dichiarato Bedin, evidenziando come il legame con la storia del club sia ancora forte e palpabile. “Sarebbe facile dimenticarsi di noi, in questi tempi soprattutto, e invece no, nel club che amiamo le radici contano“.
Durante l’incontro, Bedin si è soffermato sul valore della memoria e sull’importanza di mantenere viva la storia del club. Ha paragonato la situazione dell’Inter con quella di altre squadre storiche, come il Real Madrid, che si impegna attivamente a valorizzare le proprie leggende. “Le grandi squadre non dimenticano mai il loro passato”, ha affermato, richiamando alla mente i nomi dei giocatori che hanno fatto la storia del calcio.
Uno dei momenti più emozionanti della giornata è stata la visione dei filmati storici nella sala dei trofei, dove Bedin e i suoi compagni hanno rivissuto le gesta della Grande Inter. La nostalgia ha preso il sopravvento quando hanno rivisto le immagini in bianco e nero, che rievocano la magica notte della vittoria contro il Benfica, così come gli scudetti e i successi ottenuti sotto la guida del leggendario Mago Herrera. “Rivedere da vicino e toccare le Coppe dei Campioni vinte fa uno strano effetto”, ha raccontato Bedin, “ti riporta indietro alla gioventù e ti fa sentire davvero leggenda”.
Parlando delle finali disputate, Bedin ha ricordato con amarezza le delusioni, come la sconfitta contro l’Ajax di Cruijff e quella contro il Celtic Glasgow. “Brucia di più l’altra finale persa col Celtic”, ha confessato, rievocando il dolore di quel momento, ma anche il ricordo agrodolce delle esperienze vissute insieme ai compagni. “La memoria la fanno anche le delusioni, anche se è difficile farsele passare”.
Mazzola, il grande numero 10 della squadra, è sempre stato considerato una stella nel firmamento nerazzurro. Bedin ha sottolineato il suo carisma e il rispetto che tutti i membri della squadra nutrono nei suoi confronti. “Sandro è stato ed è speciale”, ha detto, evidenziando come la sua classe e il suo talento non abbiano tempo e continuino a brillare. La giornata di festa è stata anche l’occasione per riflettere sul futuro dell’Inter, con Bedin che ha espresso la sua soddisfazione nel vedere un gruppo di giocatori italiani come Barella, Bastoni e Dimarco che portano avanti la tradizione del club.
Nonostante il passare degli anni e i cambiamenti nel mondo del calcio, l’amore per l’Inter e il legame con la sua storia rimangono intatti. Bedin, Guarneri, Bordon e Mazzola sono solo alcuni dei nomi che hanno contribuito a scrivere pagine fondamentali del calcio italiano e mondiale. La loro presenza nella sede del club è un segno che il passato e il presente dell’Inter sono indissolubilmente legati, creando un ponte che continua a unire generazioni di tifosi e giocatori.
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