Motori

Bagnaia e gli altri: i miracolati delle due e quattro ruote

Bagnaia, sospiro di sollievo dopo gli attimi di puro terrore vissuto a Barcellona. Il pilota Ducati sarà regolarmente presente al via al Gran Premio di Misano, appuntamento che, escluse ulteriori lesioni con una tac, non vuole assolutamente perdersi. L’esperienza in Catalogna ha lasciato in eredità paura, lividi, dolori ma nient’altro. Quanto basta per iscriverlo di diritto nella lista dei miracolati dei motori.

Bagnaia non è il solo: quanta paura sulle due ruote

Nella Moto Gp, purtroppo, non va sempre così bene. La dinamica ha ricordato da vicino quanto accaduto a Sepang dove Simoncelli ha perso la vita. Bagnaia, dopo essere caduto, è stato investito alle gambe dalla moto di Binder. Sic, invece, fu vittima di un incidente che gli fece saltare via il casco dopo il contatto con le moto di Edwards e Rossi. Ragazzo esamine in pista. Le immagini, allora, lasciarono immediatamente presagire la tragedia. Miracolato, invece, in condizioni molto simili, Franco Uncini che in Olanda, sul circuito di Assen, nel 1983, fu colpito alla testa dalla moto di Wayne Gardner. L’italiano rimase in pista, privo di sensi ma si riprese dal coma e continuò a correre per due stagioni, pur senza toccare i picchi di rendimento antecedenti l’incidente. Si ritirerà nel 1985.

Incidenti e fiamme: i miracolati della Formula 1

Immagine | Epa

Non solo Pecco Bagnaia. Passando dalle due alle quattro ruote, anche qui la lista dei miracolati è piuttosto lunga. Il primo agosto del 1976 si corre al Nurburgring, sotto la pioggia, un GP assai contestato. Al terzo giro, Lauda perde il controllo della monoposto e si schianta. Nella carambola, la macchina torna in pista ed è colpita da Ertl e Lunger e prende fuoco. Il pilota austriaco resta avvolto fra le fiamme ma, al netto di ustioni di primo e terzo grado al volto, torna a gareggiare dopo 42 giorni. A Imola, 13 anni dopo, la Ferrari di Gerard Berger si schianta contro il muro alla curva del Tamburello. Austriaco avvolto dalle fiamme ma salvato in appena otto secondi dai leoni della CEA. Ancora a Imola, Barrichello, nel 1994, vede la morte in faccia. La sua Jordan decolla e sbatte, per sua fortuna, contro le reti di protezione. Un miracolo, l’unico di quel GP, dove persero la vita Ratzenberger e Senna. Nel 1995, Hakkinen va a sbattere alla Malthouse nel Gp d’Australia. Estratto vivo dall’abitacolo, il pilota finlandese si riprende. Vincerà due mondiali. Ultimo della lista, Grosjean nel GP del Bahrain del 2021: secondo i calcoli, la sua monoposto impatta a 221 chilometri orari contro un blocco di ferro. L’auto si spezza in due e si incendia ma dopo 28 secondi si vede riemergere dalle fiamme il pilota, in immagini degne del miglior kolossal d’azione hollywoodiano.

Luigi Pasquale Pellicone

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