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Attività sportiva, diritto e Costituzione: cosa cambia per lo sport?

Una giornata storica per lo sport, o meglio, per l’attività sportiva, e la politica italiana. Il diritto alla pratica di attività sportiva è sancito dalla Costituzione. La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva e all’unanimità (312 voti su 312 votanti) il disegno di legge di riforma costituzionale per inserire la tutela dello sport in Costituzione.

L’aggiunta di un comma all’articolo 33: la palla passa alla politica

La riforma consiste nell’aggiunta di un comma all’articolo 33 della Costituzione che recita: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme per dare un’accezione quanto più possibile ampia al concetto di attività sportiva”. Cambia, di fatto, la menzione allo sport che era presente solo nell’articolo 117. Enorme il riverbero di questa modifica nella quotidianità. Restando in tema di sport, la palla passa alla politica che dovrà attuare la riforma costituzionale attraverso proposte di legge ad hoc per impianti, società. Anche perché occorre prestare particolare attenzione ai termini: non è utilizzata la parola sport, ma “attività sportiva” che diventa un fattore differenziale in grado di spostare, eccome, gli equilibri. Il distinguo sposta l’ago della bilancia e l’attenzione sulla pratica piuttosto che sull’agonismo. Ciò si traduce nella possibilità di richiedere finanziamenti per palestre, piscine, campi e tutte le infrastrutture necessarie per agevolare la crescita del movimento sportivo di base, indispensabile per l’avviamento alla attività agonistica.

Sport e attività sportiva: il ruolo fondamentale di scuole e federazioni

Immagine | Ansa

Il Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili, Andrea Abodi, ha preso pubblicamente il solenne impegno di una svolta appoggiata trasversalmente, considerato l’appoggio di Mauro Berruto, ex CT della nazionale di pallavolo e attualmente deputato del Partito Democratico ma anche co relatore del provvedimento. Importantissimo anche il ruolo di scuole e Federazioni. Hanno il compito di dare un sostegno al cosiddetto sport di base, ovvero le fondamenta della piramide dove in cima c’è il professionismo. Fischieranno le orecchie anche a Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, le politiche di coesione e il PNRR. A proposito di finanziamenti pubblici, lo sport ha ricevuto lo 0,5% del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il dado è tratto, dado che si potrebbe identificare nel concetto di “sportivi migliori e cittadini migliori”. Il nuovo articolo 33 ha la potenzialità di uno straordinario acceleratore per il raggiungimento di un nuovo step di welfare sociale: basti immaginare quanti territori etichettati come “difficili”, beneficiando di nuove infrastrutture sportive, potranno aiutare i giovani a scegliere strade diverse e più sane.

Luigi Pasquale Pellicone

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