L’ombra sugli attaccanti dell’Inter
Dietro la coppia di attaccanti titolari dell’Inter, Lautaro Martínez e Marcus Thuram, si trova una zona d’ombra che finora ha ricevuto poca attenzione. È un’area caratterizzata da riserve che, per il momento, non sono riuscite a brillare e a contribuire significativamente al rendimento della squadra. Stiamo parlando di Marko Arnautovic, Mehdi Taremi e Joaquín Correa, i tre attaccanti che, nei pochi minuti a loro disposizione, hanno avuto un impatto molto limitato. Fino ad ora, i tre giocatori hanno messo a segno soltanto due reti in totale, di cui una realizzata su rigore, sollevando interrogativi sulla loro capacità di incidere quando vengono chiamati in causa.
Il caso di Mehdi Taremi
Iniziamo dal caso di Taremi, che aveva catturato l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori durante il mercato estivo. Il suo ingaggio era stato accolto con entusiasmo, grazie agli exploit mostrati con il Porto, dove aveva messo a segno un numero impressionante di reti. Simone Inzaghi lo aveva elogiato per la sua capacità di segnare in ogni occasione e per il suo approccio proattivo durante le partitelle. Tuttavia, il rendimento del giocatore iraniano in campionato è stato finora deludente. Ha giocato solo una partita da titolare, mentre nelle altre dieci occasioni è entrato a partita in corso, senza mai superare la soglia dei 30 minuti in campo. Le statistiche parlano chiaro: in 232 minuti giocati in Serie A, ha registrato soltanto due tiri in porta, posizionandosi all’81° posto nella classifica dei tiri effettuati. Il suo rendimento migliora in Champions League, dove ha dimostrato una maggiore incisività, realizzando due assist contro la Stella Rossa e mostrando buoni spunti contro l’Arsenal. Tuttavia, anche il suo primo gol in nerazzurro è arrivato da un rigore, il che non soddisfa pienamente le aspettative create intorno a lui.
L’impatto limitato di Marko Arnautovic
Passiamo ad Arnautovic, il cui impatto è stato addirittura più limitato. Finora ha collezionato solo 38 minuti in Serie A, mentre ha avuto un ruolo leggermente più attivo in Champions, con 125 minuti totali. Ha segnato una rete contro la Stella Rossa, ma la sua prestazione nel campionato italiano è stata al di sotto delle aspettative. Inzaghi gli ha concesso minuti in diverse partite, ma non ha mai avuto l’opportunità di calciare in porta né di creare occasioni significative. Le sue statistiche parlano di un giocatore che è diventato una comparsa, e il suo futuro a Milano appare sempre più incerto, specialmente considerando che il suo contratto scadrà a giugno. Arnautovic, con una carriera già affermata, si trova ora in una situazione difficile, e la sua scarsa capacità di incidere potrebbe spingerlo a cercare nuove sfide altrove.
La situazione di Joaquín Correa
Infine, c’è Joaquín Correa, che ha vissuto un’estate turbolenta, con i dirigenti dell’Inter che hanno tentato di cederlo in prestito. Rimasto in squadra, il “Tucu” ha avuto un coinvolgimento minimo: soltanto 38 minuti giocati tra le partite contro Monza, Udinese e Roma. La sua incapacità di lasciare il segno è evidente: ha tentato un solo tiro in porta e non è riuscito a completare un dribbling. La sua esclusione dalla lista Champions e il contratto in scadenza tra pochi mesi fanno presagire che la sua esperienza con l’Inter sia giunta al termine. La situazione di Correa riflette una mancanza di fiducia da parte dell’allenatore e una scarsa capacità di adattarsi al gioco della squadra, elementi che lo pongono in una posizione scomoda.
Conclusione: una sfida per l’Inter
In sintesi, l’Inter si trova ad affrontare una sfida significativa riguardo alla profondità e all’efficacia del suo reparto offensivo. La mancanza di gol e di occasioni create da parte di Arnautovic, Taremi e Correa mette in evidenza la necessità di un’analisi più profonda riguardo al loro ruolo nella squadra. La competizione per un posto da titolare è agguerrita, e senza un’immediata evoluzione delle loro prestazioni, questi giocatori potrebbero trovarsi a dover affrontare un futuro incerto, sia in nerazzurro che altrove. La pressione ora ricade su di loro per dimostrare il loro valore e giustificare la fiducia che la società ha riposto in loro.