Alonso – Fia: scontro totale. Nel GP d’Australia il pilota spagnolo della Aston Martin ha dovuto pagare un prezzo altissimo per la collisione con Russel. Venti secondi di penalizzazione che lo hanno retrocesso dal sesto all’ottavo posto. Quanto basta per far andare l’asturiano su tutte le furie.
L’incidente fra Alonso e Russel nasce da una dinamica che fa discutere. È avvenuto alla curva 6-7 dell’Albert Park, durante l’ultimo giro. Russell era dietro all’Aston Martin ma con gomme più fresche; ha perso il controllo è finito nella ghiaia e ha rotto la sospensione anteriore, arrivando a ribaltarsi. Immagini di impatto, senza dubbio, ma non c’è nessun contatto tra la Mercedes e l’Aston Martin. A chiarire tutto, la telemetria: “Alonso, a circa 100 metri prima dal solito punto di staccata, ha frenato molto leggermente, talmente tanto che la macchina non ha rallentato. Ha anche scalato, quindi ha accelerato prima di curvare e poi ha ripreso la corsa. Il pilota ha spiegato che, sebbene il suo piano fosse quello di rallentare prima, lo ha fatto troppo presto e ha dovuto riprendere sia la vettura che la velocità.
Cosa dice la legge? Secondo l’articolo 33.4, un pilota non può guidare “inutilmente lentamente, in modo irregolare o in un modo che potrebbe essere potenzialmente pericoloso per gli altri piloti” e ed evidentemente così è stata giudicata la frenata di Alonso. Una manovra “potenzialmente pericolosa” anche se lo spagnolo non è considerato responsabile di aver fatto perdere la vettura a Russell
. Quanto basta per mandare su tutte le furie Alonso che ha risposto sui social: “Sono sorpreso, ci dicono il modo in cui noi piloti dovremmo affrontare le curve o guidare una macchina da corsa. Credo che nessuno in nessun momento voglia commettere appositamente qualcosa di sbagliato a queste velocità. E credo che senza la ghiaia in quel punto della pista, in qualsiasi altra curva del mondo non saremmo mai stati nemmeno investigati. Sono in Formula 1 da più di 20 anni, ho avuto duelli epici come quelli a Imola nel 2005 e 2006, o in Brasile 2023, e cambiare la traiettoria di gara, sacrificare la velocità in ingresso curva per avere un’uscita migliore fa parte dell’arte del motorsport. Non guidiamo mai al 100% in ogni giro di ogni gara e in ogni curva, perché a volte risparmiamo carburante, gomme, freni, quindi essere responsabili di non rendere ogni giro uguale all’altro mi sembra un po’ sorprendente”.
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