Carlos Alcaraz scaccia via gli incubi dopo un periodo, per sua stessa ammissione, molto difficile dal punto di vista mentale più che fisico. Lo spagnolo stava perdendo le sue certezze, ritrovate a Indian Wells. Non è stato affatto, del resto, un periodo facile per lo spagnolo che deve gestire una enorme pressione a un’età ancora molto giovane. In tanti, al di là dei Pirenei, si erano chiesti come avrebbe reagito all’infortunio alla caviglia destra e dopo la distorsione che lo ha costretto, al ritiro a Rio, al digiuno di vittorie. L’ultima era importantissima, ma comunque lontana: trionfo nel luglio dell’anno scorso a Wimbledon. E poi c’era il più grande interrogativo: sarebbe stato in grado di fermare Jannik Sinner ? Complice anche un pizzico di fortuna legata alla sospensione di un match che l’azzurro aveva in pieno controllo, Alcaraz è riuscito a superare il suo rivale più temuto e ad avere la meglio anche su Medvedev, cancellando così ogni dubbio.
Alcaraz non ha nascosto le sue difficoltà: “Diciamo che negli ultimi due o tre mesi è stato difficile ritrovarmi. E lo è stato ancora di più dopo l’infortunio alla caviglia. Sono stati mesi difficili. Sollevare questo titolo e vincere questo torneo significa molto per me, perché sono riuscito a superare tanti problemi nella mia testa e fisicamente”. Parole non di circostanza. Significativo l’abbraccio che ha dato al suo allenatore, Juan Carlos Ferrero, tra emozione e sollievo: “La mia famiglia, la mia squadra, il mio ambiente più vicino mi hanno chiesto cosa avevo che non andava, che non sorridevo più come prima. Dico sempre che gioco meglio con il sorriso. Penso che l’umore mi aiuti a migliorare il mio gioco in partita e a mostrare il mio miglior tennis”.
Fatto sta che Alcaraz è riuscito a salvare i 1.000 punti che difendeva da campione (primo a conservare il titolo dopo Djokovic nel 2015-2016), ha impedito a Sinner di togliergli il numero due (anche se ha tagliato 40 punti) e ha il serbo a 920 punti, che potrebbero rallentare a Miami perché difende i 360 delle semifinali e Nole non partecipa. Il murciano punterà al Sunshine Double, la doppietta nei due Masters 1.000. Un traguardo evidentemente da inseguire sempre con il sorriso sulle labbra, nel pieno rispetto del “sunshine double”.
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