
Addio a Tullio Lanese, l'ex arbitro che ha segnato un'epoca nell'Aia - ©ANSA Photo
Il mondo del calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Tullio Lanese, ex arbitro e presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (Aia) dal 2000 al 2006. Lanese, che aveva 78 anni, ha lasciato un segno profondo nel panorama arbitrale sia a livello nazionale che internazionale. La notizia della sua morte ha colpito non solo gli arbitri italiani, ma l’intera comunità calcistica, che ha riconosciuto in lui un professionista appassionato e dedicato.
L’attuale presidente dell’Aia, Antonio Zappi, ha espresso il cordoglio dell’associazione, disponendo che tutti gli arbitri indossino un segno di lutto durante le gare del fine settimana. Questo gesto simbolico sottolinea l’importanza di Lanese nel contesto sportivo italiano, unendo gli arbitri in un momento di profonda tristezza.
La presidenza storica di Lanese
La presidenza di Lanese è considerata pionieristica, essendo stata la prima dopo la riforma democratica dell’Aia, che ha introdotto l’elezione del vertice dell’associazione. Prima di questa riforma, i presidenti erano nominati dagli organi federali. Questo cambiamento ha segnato un passo cruciale verso una maggiore autonomia e rappresentatività degli arbitri, influenzando significativamente la percezione dell’arbitraggio in Italia.
La carriera arbitrale di Tullio Lanese
Nato il 15 dicembre 1944 a Roma, Lanese ha iniziato la sua carriera come arbitro nel 1965. La sua ascesa è stata rapida e costante:
- 170 partite di Serie A
- 130 partite di Serie B
- 38 presenze in competizioni internazionali, tra cui:
- Universiadi in Jugoslavia (1985)
- Olimpiadi di Seul (1988)
- Mondiali giovanili in Arabia (1989)
- Mondiali di Italia ’90, dove ha diretto tre partite
- Finale di Coppa dei Campioni (1991)
- Campionati Europei di Svezia (1992)
Questi numeri testimoniano l’importanza di Lanese nel calcio professionistico italiano e internazionale.
Un’eredità di passione e professionalità
Lanese non si è limitato a dirigere le partite; ha sempre cercato di trasmettere il suo amore per l’arbitraggio. In un intervento pubblicato nel numero speciale della rivista “L’Arbitro”, dedicato ai 100 anni dell’Aia, scrisse: “Ritengo che essere arbitro sia un modo di vivere, che diventa parte integrante di ogni persona che ha passato la propria esistenza sui campi da gioco.” Questo pensiero riflette il profondo legame che Lanese aveva con il suo lavoro.
Oltre alla sua carriera come arbitro, ha avuto un’importante carriera da dirigente, contribuendo attivamente alla crescita dell’arbitraggio in Italia. Sotto la sua guida, l’Aia ha migliorato la formazione degli arbitri e ha promosso l’adozione di nuove tecnologie nel processo decisionale in campo.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato forti emozioni tra colleghi, ex arbitri e calciatori, molti dei quali hanno condiviso ricordi e aneddoti sul suo operato. La comunità calcistica italiana si è unita in un tributo collettivo, onorando un uomo che ha dedicato la sua vita a migliorare l’arbitraggio e a difendere l’integrità dello sport.
In un periodo in cui il calcio è spesso al centro di polemiche, la figura di Tullio Lanese rimane un esempio di professionalità e passione. La sua dedizione ha elevato il livello dell’arbitraggio in Italia e ha promosso un rapporto più rispettoso tra arbitri, giocatori e società. La sua eredità continuerà a ispirare le generazioni future di arbitri, che troveranno sempre motivazione nel suo esempio e nelle sue parole.