
Addio a Moioli, il leggendario veterano degli olimpionici azzurri - ©ANSA Photo
Il 30 ottobre 2023, il mondo dello sport italiano ha vissuto un momento di grande tristezza con la scomparsa di Giuseppe Moioli, un vero e proprio simbolo del canottaggio e uno dei più illustri olimpionici italiani. La sua morte, avvenuta nella sua casa di Mandello del Lario, in provincia di Lecco, segna la chiusura di un’epoca per il canottaggio e per il movimento sportivo azzurro. A 97 anni, Moioli era il più anziano olimpionico vivente, un testimone prezioso della storia sportiva italiana e un eroe di un periodo che ha visto il paese risollevarsi dalle macerie della Seconda guerra mondiale.
Le olimpiadi del 1948 e il trionfo di Moioli
Le Olimpiadi di Londra del 1948 rappresentarono un momento cruciale per l’Italia, che tornava a competere a livello internazionale dopo anni di conflitti e distruzione. In quel contesto, le imprese degli atleti azzurri acquistarono un significato particolare. L’Italia, pur uscita da una guerra devastante, si classificò terza nel medagliere, conquistando otto medaglie d’oro e un totale di 27 podi. Tra queste, il canottaggio si distinse, e Moioli contribuì in modo significativo a questa straordinaria performance.
Il suo oro olimpico nel quattro senza, conquistato insieme ai compagni Elio Morille, Giovanni Invernizzi e Franco Faggi, rappresenta non solo il culmine di una carriera sportiva di successo, ma anche un simbolo di rinascita per un’Italia che cercava di ricostruire la propria identità. Quel trionfo, avvenuto in un clima di grande tensione e speranza, rimarrà impresso nella memoria collettiva dello sport italiano.
Una carriera costellata di successi
La carriera di Moioli non si limitò a quell’oro olimpico. Egli si distinse anche a livello europeo, diventando campione d’Europa nel quattro senza in diverse edizioni, tra cui:
- Lucerna nel 1947
- Amsterdam nel 1949 e 1954
- Milano nel 1950
- Bled nel 1956
Inoltre, conquistò il titolo di campione europeo nell’otto a Poznan nel 1958. La sua partecipazione a quattro edizioni dei Giochi Olimpici – Helsinki 1952, Melbourne 1956 e Roma 1960, dove fu riserva – dimostra la sua longevità e costanza nel mondo dello sport.
Un legame duraturo con il canottaggio
Dopo aver appeso i remi al chiodo, Moioli non si ritirò dall’ambiente sportivo. Al contrario, si dedicò alla formazione delle nuove generazioni di canottieri, diventando un tecnico di riferimento per molti atleti. La sua esperienza e la sua passione per il canottaggio lo portarono a contribuire al successo di atleti come:
- Piero Poli
- Carlo Mornati
- Carlo Gaddi
- Niccolò Mornati
- Franco Zucchi
- Martino Goretti
- Matteo Pinca
- Marcello Nicoletti
- Davide Comini
Sotto la sua guida, molti di questi atleti ottennero risultati di grande rilievo, tra cui medaglie olimpiche e titoli mondiali.
Il riconoscimento della sua carriera non tardò ad arrivare. Nel 2015, il Coni premiò Moioli con il Collare d’Oro al merito sportivo, la massima onorificenza italiana, in onore della sua straordinaria carriera e per il suo contributo al canottaggio. Inoltre, nel 2012, in occasione delle Olimpiadi di Londra, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli conferì l’onorificenza di “ufficiale” al merito della Repubblica, un riconoscimento che sottolineava l’importanza del suo operato non solo nello sport, ma anche come figura rappresentativa per il paese.
Il mondo del canottaggio e dello sport italiano intero ha voluto esprimere il proprio cordoglio alla famiglia di Moioli. Davide Tizzano, presidente della Federcanottaggio, ha ricordato con affetto i momenti trascorsi insieme a Moioli, sottolineando il suo ruolo di mentore e la sua umanità. In segno di rispetto e riconoscimento per la sua figura leggendaria, Tizzano ha proposto di intitolare una Coppa dedicata al quattro senza Senior ai prossimi Campionati assoluti, un gesto che permetterà di mantenere viva la memoria di un grande campione e di un uomo che ha dato tanto al canottaggio italiano.
L’eredità di Giuseppe Moioli non si limita alle medaglie e ai trofei, ma si estende all’ispirazione che ha fornito a generazioni di atleti. La sua passione, il suo impegno e la sua dedizione al canottaggio rimarranno un faro per tutti coloro che desiderano seguire le sue orme nel mondo dello sport. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo spirito continuerà a vivere attraverso le storie di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di imparare da lui.