Addio a Giacomo Losi, riviviamo i momenti migliori della carriera dell’ex capitano della Roma

Ieri sera all’età di 88 anni si è spento Giacomo Losi, storico capitano della Roma. Vediamo gli episodi salienti della carriera di “Core de Roma”

Nella serata di ieri è arrivata una notizia che ha colpito molti tifosi della Roma: Giacomo Losi, capitano della squadra capitolina cavallo tra gli anni ’50 e ’60 si è spento all’età di 88 anni. La notizia è stata comunicata dal nipote ed ex dirigente Rai, Massimo Liofredi, che a nome della famiglia ha ricordato le imprese dello zio, tra le altre cose terzo giocatore con più presenze nella prima squadra giallorossa dopo altre due leggende del club come Francesco Totti e Daniele De Rossi. Ripercorriamo la carriera e le gesta di Giacomo Losi, grande campione e bandiera della Roma.

La carriera di Giacomo Losi: un lombardo soprannominato “Core de Roma”

Zio Giacomo stasera è andato in cielo. È rimasto attaccato fino all’ultimo alla maglia giallorossa, per cui aveva un amore smisurato e che continuava a seguire in ogni occasione. Per tanti anni è stato il giocatore più rappresentativo della Roma, battuto in fotofinish dai grandi Francesco Totti e Daniele De Rossi”. Sono state queste le parole con cui Massimo Liofredi ha voluto annunciare la scomparsa di suo zio, a testimonianza (se ce ne fosse ancora bisogno) dell’amore che Giacomo Losi ha provato per i colori della Roma. Lui, lombardo della provincia di Cremona, probabilmente a inizio carriera non avrebbe mai immaginato un legame del genere con la squadra della Capitale.

Giacomo Losi
Giacomo Losi | ANSA/MASSIMO PERCOSSI – Wigglesport.it

Nato a Soncino (Cremona) il 10 settembre 1935, Losi fece il suo esordio calcistico a 14 anni con la squadra locale della Soncinese nel ruolo di centrocampista. Nel 1951 fu trasferito alla Cremonese per 500mila lire. A Cremona giocò per due stagioni, ottenendo la promozione in serie C e distinguendosi soprattutto come terzino, tanto che nel 1953 fu acquistato dalla Roma per 8 milioni di lire.

Ed è proprio alla Roma che Losi face il suo debutto in Serie A, in occasione di una partita contro l’Inter, esattamente il 20 marzo 1955. Ha militato nella Roma fino al 1969, accumulando un totale di 386 presenze, di cui 299 da capitano, senza mai incorrere in provvedimenti disciplinari (fu ammonito solo nell’ultima partita giocata).

Nella stagione 1968-1969, con l’arrivo di Helenio Herrera sulla panchina della Roma, fu marginalizzato dopo le prime 8 giornate e decise di lasciare il club al termine della stagione per disputare la sua ultima stagione da calciatore nella Tevere Roma, in Serie D. Con la Roma ha vinto due Coppe Italia (nel 1963-1964 e nel 1968-1969), e la Coppa delle Fiere nel 1960-1961, alzata con la fascia di capitano al braccio. In campionato il miglior risultato è stato il secondo posto nel 1954-1955. Durante questa esperienza, oltre a distinguersi per le sue doti calcistiche, si fece amare dai suoi tifosi grazie al suo grande cuore e al suo costante sacrificio e amore per la maglia, amore che lo portò anche a rifiutare senza indugi diverse offerte arrivate dalle grandi squadre del nord. Losi, nel 2012, fu uno dei primi undici giocatori a entrare nella Hall of Fame giallorossa. “Appena arrivato a Roma mi sono innamorato”: è stata questa la frase con cui la Roma ha voluto ricordare il suo capitano sui social, aggiungendo: “Ci hai sempre amato, ti abbiamo sempre amato. Ciao Capitano, sarai nel nostro cuore per sempre”.

Losi ha anche rappresentato la Nazionale (con 11 presenze totali), debuttando il 13 marzo 1960 nell’amichevole persa 3-1 contro la Spagna a Barcellona. Ha poi partecipato a tutte le partite della squadra azzurra fino ai Mondiali del Cile del 1962, indossando la fascia di capitano allo Stadio Heysel di Bruxelles nella partita Belgio-Italia del 13 maggio 1962, dove fece il suo esordio il diciottenne Gianni Rivera.

Come allenatore, ha guidato la Tevere Roma in Serie D (1970 – 1971). Ha poi lavorato come tecnico all’Avellino, alla Turris, al Lecce, alla Salernitana, all’Alessandria, al Bari (dove ha ottenuto una promozione in Serie B nel 1976-1977), al Banco di Roma, al Piacenza, al Casarano, alla Nocerina e alla Juve Stabia. A Roma è stato a lungo responsabile della scuola calcio Nuova Valle Aurelia, nel quartiere omonimo, e ha allenato anche la nazionale degli Attori.

Questa sera all’Olimpico di Roma, in occasione della partita tra Roma e Cagliari, lo stadio tributerà il giusto omaggio al suo vecchio capitano, ricordando un uomo straordinario, un giocatore fenomenale, ma soprattutto una vera bandiera del calcio, un non romano, ma nelle cui vene, fino alla fine, è scorso sangue giallorosso e amore per la Capitale.

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