La F1 torna da Las Vegas con una gara ormai familiare, Abu Dhabi dove si celebrerà la fine di uno dei mondiali meno combattuti ed appassionanti degli ultimi anni. Un evento degno di nota, tuttavia, c’è. Buona parte del contingente del paddock resterà ancora un paio di giorni nell’emirato per i test, dopo la gara e la prima sessione di prove libere si tradurrà in un vero e proprio ballo dei debuttanti.
Abu Dhabi, come consuetudine, aprirà i battenti a una significativa rappresentanza di esordienti assoluti, anche perché è obbligatorio concedere due sessioni di prove libere all’anno ai piloti senza esperienza in F1. Per questo, molte squadre aspettano fino all’ultimo minuto dell’ultimo Gran Premio del Campionato del Mondo per concedere quei chilometri a chi non li ha ai percorsi. A lasciare il posto, diversi big. In Red Bull né Max Verstappen né Checo Perez saliranno sulla monoposto che ha dominato il campionato per lasciare spazio e strada, nel senso più pieno del termine a una giovane promessa Hadjar (Francia, 19 anni) e al più esperto Dennis (Gran Bretagna, 28 anni).
Anche Alonso non parteciperà a quella sessione. Al posto dello spagnolo, toccherà al tester Drugovich (Brasile, 23 anni) a scendere in campo. Il resto dei giovani esordienti sul tracciato di Yas Marina saranno Vesti su Mercedes (Danimarca, 21 anni), Shwartzman su Ferrari (Russia, 24 anni), O’Ward su McLaren (Messico, 24 anni), Jack Doohan nell’Alpine (Australia, 20 anni), O’Sullivan nella Williams (Gran Bretagna, 18 anni), Pourchaire nell’Alfa Romeo (Francia, 20 anni) e Bearman nella Haas (Gran Bretagna, 28 anni).
L’ultimo Gp della stagione ha comunque diverse storie da raccontare. Vi sono ancora dei verdetti importanti da conoscere. In primis, il secondo posto del mondiale costruttori che vale molto di più di una consolazione, anche perché c’è una bella differenza in termini di premi fra il secondo e il terzo posto. In corsa, Mercedes e Ferrari divisi da appena quattro punti in classifica (392 a 388) con la Rossa a caccia di un clamoroso sorpasso.
Tutto aperto anche fra McLaren (284 punti) e Aston Martin (273) che hanno inverito, durante il campionato, i rapporti di forza. Si lotta anche in coda, dove i milioni di euro da distribuire hanno un peso specifico ancora maggiore perché sono in grado di ridisegnare completamente valori e prestazioni delle scuderie di medio cabotaggio. Williams e Alpha Tauri sono divise da soli sette punti in classifica nella lotta per il settimo posto (28 a 21) ma anche Haas e Alfa Romeo si giocano moltissimo. La scuderia italiana è al nono posto con sedici punti ma ha solo quattro punti di vantaggio sulla “cliente” di Maranello.
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