Gol fantasma, fuorigioco non ravvisati, falli non segnalati: ecco come sarebbe cambiate alcune partite storiche con il VAR
L’introduzione del VAR ha rivoluzionato il calcio, trasformando il ruolo dell’arbitro da una valutazione basata solo sulla vista a un supporto fondamentale per risolvere situazioni controverse. Senza il sostegno delle nuove tecnologie, abbiamo assistito a errori grossolani che hanno avuto un impatto significativo sulla storia del calcio. Esploriamo gli eventi che, con il VAR, avrebbero avuto esiti diversi, potenzialmente cambiando i risultati che conosciamo oggi.
Finale Mondiale 1966 tra Germania e Inghilterra. La prima situazione controversa risale ai mondiali del 1966, quando in finale i padroni di casa dell’Inghilterra, alla ricerca del primo titolo della loro storia, affrontano la favorita Germania Ovest, il cui blasone è più elevato. A Wembley, in uno scenario affollato, le due squadre danno vita a una contesa spettacolare: i tempi regolamentari si concludono sul 2-2, tra numerose occasioni e un calcio di altissimo livello. A dominare spesso è l’equilibrio, fino a quando, a 11 minuti dalla fine, si sviluppa l’evento incriminato: Hurst, attaccante dei Three Lions, trovato all’interno dell’area di rigore, riesce a liberarsi dalla marcatura tedesca prima di concludere in porta. La palla colpisce la traversa, prima di tornare tra le braccia del portiere tedesco. Il direttore di gara, su consulto del guardalinee, convalida il gol, poiché dopo il rimbalzo, la palla sembra aver superato la linea di porta. Il match termina 4-2, consegnando la prima e unica Coppa del Mondo nella storia agli Three Lions. Tuttavia, recenti studi dell’Università di Oxford relativi all’episodio suggeriscono chiaramente che il gol avrebbe dovuto essere annullato.
Inghilterra-Argentina, 1986. A vent’anni dall’evento precedente, un’altra partita entra nella leggenda: Messico 1986, quarti di finale tra Inghilterra ed Argentina. I sudamericani, teoricamente avvantaggiati dal clima arido, non riescono a sfondare nel primo tempo. Nella ripresa avviene l’episodio tanto discusso: Maradona parte da centrocampo, e con uno slalom felino si porta al limite dell’area avversaria, dove sbaglia l’appoggio a un compagno di squadra. Nel tentativo di allontanare la palla, un difensore inglese alza la parabola in modo goffo, trasformandola improvvisamente in una traiettoria difficile da leggere per Shilton. Maradona si avventa su di essa, e nel tentativo di anticipare il portiere avversario, allunga la mano, facendo carambolare la sfera in rete. A prima vista, sembra che l’ausilio della testa sia stato l’unico mezzo per battere Shilton: l’arbitro, senza esitare, convalida il gol, facendo infuriare la squadra inglese, che protesta a lungo invano. Il fuoriclasse argentino, nel post-partita, ammetterà di aver usufruito della mano. Ad oggi, quella rete viene ricordata come la Mano de Dios. La stessa sfida, però, è il risultato di un altro goal maestoso nella sua onnipotenza, con protagonista sempre Diego. Dopo il pareggio di Lineker, il giocatore albiceleste prende palla in mezzo al campo e grazie a una cavalcata trionfale, supera in dribbling quattro avversari, prima di presentarsi a tu per tu con l’estremo difensore rivale, saltarlo anch’egli e trovare il goal del definitivo 2-1, che consente alla propria compagine di accedere in semifinale.
Corea del Sud-Spagna, 2002. Il mondiale coreano è sicuramente una delle competizioni più controverse degli ultimi 50 anni: in quell’occasione, la nazionale asiatica, arrivò sino in semifinale, ma a detta di molti, beneficiando di molteplici aiuti arbitrali. Gli ottavi di finale contro l’Italia rappresentano in maniera emblematica una serie di situazioni favorevoli ai coreani: le decisioni di Moreno non sono mai state comprese del tutto, al punto che il messicano è stato bersaglio di critiche anche nelle stagioni successive. Tuttavia, il quarto di finale contro la Spagna è probabilmente la più scellerata dimostrazione dei favoreggiamenti arbitrali nei confronti dei padroni di casa. Ad inizio del secondo tempo, dagli sviluppi di un calcio piazzato, Ivan Helguera colpisce di testa, portando in vantaggio la nazionale iberica. Il direttore di gara, però, non ci pensa due volte e interrompe da subito i festeggiamenti spagnoli: la sua decisione è frutto di un improbabile strattonamento che ha viziato la rete. Dai replay, si intuisce che il goal è regolare, in quanto Ivan si smarca evitando tutti i tipi di contatto. Nel primo tempo supplementare, si materializza l’ennesimo episodio dubbio: Fernando Morientes insacca da due passi, ma questa volta, il direttore di gara Al-Ghandour, nega la gioia del goal, poiché la sfera pare aver oltrepassato la linea di fondo. Anche questa volta, le immagini avrebbero permesso all’egiziano di convalidare la marcatura. Infatti, dalla lotteria dei rigori, ad uscire vincitrice è la Corea, il cui percorso si fermerà in semifinale contro la più quotata Germania.
Francia-Irlanda del Nord, 2009. Anno 2009, i transalpini, dopo aver disputato un girone di qualificazione ai mondiali assai deludente, devono affrontare la sfida diretta per approdare in Sudafrica. Dopo una vittoria sofferta in Irlanda con il punteggio di 0-1, la nazionale guidata da Trapattoni, è riuscita a portare la gara di ritorno ai supplementari. L’attimo incriminato avviene al 103′ minuto, quando su uno spiovente da calcio di punizione, Thierry Henry controlla la palla con il braccio, portandosela sul piede preferito e mettendola in mezzo, dove Gallas la deposita nel sacco. Proprio questa rete, che permette alla Francia di riportare in parità la contesa, è cruciale per superare l’ostacolo verde e dirigersi così ai Mondiali. La Federcalcio irlandese propone di ripetere la partita e grida allo scandalo, ma la Fifa non accoglie la richiesta.
Juventus-Real Madrid, 1997-98. Finale di Champions League tra due grandi del calcio europeo: la Juventus arriva favorita alla sfida in virtù di un organico di spessore, mentre i Blancos sono in cerca di un trionfo che manca da 32 lunghissimi anni, troppi per una squadra di tale blasone. Nel primo tempo, Del Piero e compagni creano di più, ma non concretizzano. Il match non si sblocca sino a metà della ripresa, quando un filtrante di Roberto Carlos pone Mijatovic solo davanti all’estremo difensore italiano. L’attaccante serbo controlla alla grande, dribbla Peruzzi e porta in vantaggio i suoi: la posizione di Predrag è in fuorigioco evidente, ma l’arbitro non sanziona nulla. Proprio questo episodio è fondamentale nella conquista della Coppa dalle grandi orecchie, che a Madrid mancava da tempo immemore.
Barcellona-Atletico Madrid, 2013-14. La Liga 2013-14 è decisa all’ultima giornata quando si affrontano la capolista Atletico Madrid e il Barcellona al Camp Nou. Il match si chiude con un pareggio, ma un gol regolarissimo di Messi è annullato per fuorigioco. Se ci fosse stata la Var probabilmente i catalani si sarebbero laureati campioni di Spagna.
Chelsea-Barcellona, 2008-09. Nella semifinale di Champions tra Chelsea e Barcellona a Stamford Bridge del 2008-09 il direttore di gara norvegese Ovrebo è protagonista di un arbitraggio controverso e nega almeno 4 rigori alla squadra di casa, “consegnando” ai catalani la finale di Roma (che vinceranno contro il Manchester United).
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