Primo Nebiolo: un’eredità nel mondo dello sport
Il 7 novembre 1999 segnò la scomparsa di Primo Nebiolo, una figura emblematica nel mondo dell’atletica leggera e dello sport internazionale. Nato a Torino, Nebiolo ha lasciato un’impronta indelebile sia a livello nazionale che globale, grazie alla sua visione innovativa e alla sua capacità di trasformare in realtà progetti ambiziosi. Ricoprendo la carica di presidente del Cus Torino dal 1947 al 1999, Nebiolo non solo ha contribuito a plasmare il volto dello sport universitario in Italia, ma ha anche gettato le basi per eventi sportivi di portata mondiale.
L’eredità delle Universiadi
Una delle più grandi eredità di Nebiolo è l’Universiade, la competizione sportiva internazionale dedicata agli studenti universitari che ha avuto inizio nel 1959. Questo evento ha offerto una piattaforma unica per giovani atleti di tutto il mondo, permettendo loro di competere in un contesto che unisce sport e cultura accademica. L’idea di unire il mondo accademico a quello sportivo era rivoluzionaria per l’epoca e ha dimostrato la lungimiranza di Nebiolo nel vedere lo sport come uno strumento di unione e crescita personale.
Torino: un palcoscenico mondiale
La prima Universiade estiva si tenne a Torino, un evento che Nebiolo stesso considerava una delle sue più grandi realizzazioni. A Torino, Nebiolo non si limitò a ospitare le Universiadi, ma trasformò la città in un palcoscenico per l’atletica mondiale. Fu grazie al suo impegno che Torino divenne sede di competizioni di alto livello, come il Meeting Città di Torino e i Mondiali di Cross Country del 1997. La sua capacità di attrarre i grandi nomi dell’atletica leggera rese questi eventi un punto di riferimento nel panorama sportivo internazionale.
Un innovatore globale
Nebiolo non era solo un amministratore, ma un vero e proprio innovatore, sempre alla ricerca di nuove sfide e opportunità. La sua visione andava oltre i confini nazionali; nel 1981, fu eletto presidente della IAAF (International Association of Athletics Federations), un ruolo che mantenne fino alla sua morte. In questa posizione, Nebiolo lavorò instancabilmente per promuovere l’atletica a livello globale, introducendo riforme e nuove competizioni che hanno contribuito a modernizzare e a rendere più accessibile questo sport.
Il ricordo di una voce che risuona
Il presidente del Cus Torino, Riccardo D’Elicio, ha espresso parole di grande stima e affetto nei confronti di Nebiolo, sottolineando come la sua voce e le sue idee continuino a risuonare negli impianti sportivi del Cus. D’Elicio ha ricordato l’importanza delle intuizioni di Nebiolo, che hanno spesso anticipato i tempi e hanno permesso allo sport di evolvere in nuove direzioni.
Un legame con le radici
Un legame profondo univa Nebiolo al suo paese d’origine, Scurzolengo, in provincia di Asti. È qui che ha vissuto momenti significativi della sua vita e dove risiede la tomba di famiglia. La comunità di Scurzolengo ha onorato la sua memoria dedicandogli una piazzetta, un gesto che simboleggia l’affetto e la gratitudine per un uomo che ha portato il nome del suo paese in tutto il mondo.
Un esempio di leadership visionaria
La vita e il lavoro di Nebiolo continuano a essere celebrati e ricordati da molti, non solo per i suoi successi, ma anche per il modo in cui ha saputo ispirare generazioni di atleti e dirigenti sportivi. La sua capacità di sognare in grande e di trasformare quei sogni in realtà rimane un esempio di leadership visionaria e di dedizione allo sport. Nebiolo ha lasciato un’eredità che trascende il tempo, un patrimonio di idee e successi che continuerà a influenzare il mondo dello sport per anni a venire.